I Professionisti
   della Montagna

COLLEGIO NAZIONALE MAESTRI DI SCI ITALIANI

MISSION

Collegio Nazionale Maestri di Sci Italiani


Cos’è il Collegio Nazionale dei Maestri di Sci

Il Collegio Nazionale dei Maestri di Sci è la più alta istituzione dello sci professionale in Italia. Esso è istituito dalla Legge-quadro dell’8 marzo 1991 art.15 come espressione d’unione di tutti i Collegi Regionali. Vi fanno parte i Presidenti dei Collegi Regionali e un Delegato per Collegio Regionale eletto direttamente dalle varie Assemblee territoriali.

Che cosa fa il Collegio Nazionale dei Maestri di Sci

La funzione del Collegio Nazionale è di vigilare sui Collegi Regionali e i suoi compiti sono: il coordinamento di alcune attività in seno ai Collegi Regionali, quali la calendarizzazione delle prove di selezioni e le prove formative comuni (PFC tecnica e PFC di sicurezza); la definizione, in accordo con la Fisi, dei criteri per i corsi di formazione e dei relativi esami; il mantenimento dei rapporti con gli organismi istituzionali dello sci sia in Italia che all’estero; la risoluzione dei ricorsi contro i provvedimenti disciplinari adottati dai Collegi Regionali.
Il primo atto del Collegio Nazionale fu di redigere il Codice Deontologico dei Maestri di Sci italiani (disponibile nell’area normative del sito), secondo il principio per cui il comportamento del singolo maestro si riflette sull’immagine di tutta la categoria. Il Codice stabilisce le norme che il maestro deve tenere nei confronti del proprio allievo, della scuola e del contesto in cui opera, dei propri colleghi, del Collegio cui appartiene e del Collegio Nazionale. Il Codice Deontologico ha la finalità di formare una comune coscienza etica tra tutti i Maestri di sci italiani.

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LA STORIA DEL COLLEGIO NAZIONALE

Questa importante istituzione nasce nel 1994, quale atto finale del riconoscimento della professione di Maestro di Sci. Era l’inverno del 1933 quando la Fisi, istituita in quello stesso anno, bandì i primi corsi e i primi esami abilitativi sotto la direzione tecnica dell’ingegnere Pietro Ghiglione e del campione austriaco Leo Gasperl.
Prima di allora lo sci italiano era coordinato dell’Unione degli Ski Club Italiani, USCI, associazione che si era formata nel 1908 dall'intesa dei tre principali sci club italiani, lo sci club Torino, il più antico sci club italiano, 27° della storia mondiale, lo sci club Milano e lo sci club Roma.
Nel 1924 a Chamonix era nata F.i.s., la Federazione internazionale dello sci.

La Fisi fu istituita nel 1933 a sua volta nata dall'unione con la Federazione italiana ghiaccio, formata nel 1926 dall’accorpamento di 3 federazioni: la Federazione di pattinaggio del 1914, la più antica in assoluto, la Federazione dell’hockey del 1924 e quella del bob del 1925. Dall’unione di tutte con l’USCI si diede vita alla FISI, la quale già nello stesso anno provvide a ufficializzare i primi maestri di sci Italiani con tre selezioni: la prima a Claviere, una seconda allo Stelvio, una terza a Cortina. Fin da subito meno del 20 per cento degli iscritti conseguì il titolo di Maestro. La Fisi esigeva già da quelle prime selezioni che il Maestro di Sci Italiano fosse un maestro nel significato autentico della parola “Maestro”.


IL TITOLO DI MAESTRO

La parola “maestro” è tra le più belle della lingua italiana, perché in sé contiene tutto quello che deve essere chi ci guida alla conoscenza. Anche alla conoscenza dello sci. Essa viene dal latino “magister”, che è parola composta da “magis” e da “ter”. Il primo significa “più”, il secondo è un suffisso che, oltre a indicare i mestieri e le professioni, richiama il numero “tre”. “Maestro” quindi è la professione di colui che è “più”, ma anche di colui che è “tre volte più”.
Non, però, nel senso di essere tre volte il più bravo. Come a dire: il maestro di sci è tre volte più bravo a sciare rispetto a chi maestro non è. Ma nel significato che il maestro di sci è il “più” nelle tre dimensioni del sapere umano: quelle del Vero, del Bello, del Bene.

Il maestro di sci propriamente detto è, quindi, colui che possiede la Verità tecnica della curva perfetta; è colui che sa dimostrare la Bellezza della sciata composta e armoniosa; è colui che vive nel Bene, rispettando i valori etici della montagna, che gli appartengono nel profondo.

Da quell’inverno del 1932-33 in cui furono formati i primi maestri di sci, la via perseguita, prima dalla Fisi, poi dai Collegi fu sempre quella dei “tre più” e oggi, a distanza di tanti anni da allora, il titolo di Maestro di Sci è un titolo di valore, affermato e riconosciuto come nessun altro tra le professioni sportive.


ANCORA STORIA

Formati i primi Maestri, la Fisi istituì la Coscuma, la Commissione Scuola Maestri, preposta per la formazione dei Maestri. La Coscuma elaborò la prima progressione tecnica italiana che uscì nel 1958. Era la quarta progressione dello sci mondiale, dopo quella austriaca, francese e ancora austriaca. Nel 1963 i Maestri si unirono in un’associazione di categoria, l’AMSI, che fu determinante per la promulgazione della Legge-quadro che riconosceva la professione del Maestro di Sci. Era l’8 marzo del 1991. La Legge stabiliva l’istituzione dei Collegi Regionali e del Collegio Nazionale.

IL COLLEGIO NAZIONALE OGGI

I Collegi che nel 1994 fondarono il Collegio Nazionale furono 6, così in ordine di istituzione degli stessi: Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Aldo Adige, Lombardia; nel 1997 salirono a 14, nel 2019 sono 18. Il primo presidente fu il veneto Italo Mazzonelli, seguito dal piemontese Saverio Blandino. Nel 2003 fu nominato l’emiliano Luciano Magnani, oggi è presidente il valdostano Giuseppe Cuc.

Dal 2010 il Collegio Nazionale è stato fortemente impegnato nel disciplinare l’insegnamento dello sci in Italia da parte di maestri comunitari ed extra comunitari. Nel 2019 il lungo lavoro svolto ha portato il Parlamento Europeo a promulgare il cosiddetto Atto Delegato (Regolamento delegato 14 marzo 2019 n. 907/19) che stabilisce le norme per l’insegnamento dello sci in Europa. I Maestri di Sci italiani oggi sono 14 mila.